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I Principi per l'evoluzione del Cuore

Quando avrete la consapevolezza di essere in vita grazie alla presenza di tutti gli altri esseri viventi, allora potrà finalmente nascere in voi il senso della vera responsabilità, un atteggiamento di gratitudine (Kansha), di autoriflessione profonda (Zange) e di umiltà (Geza). Allo stesso tempo potrete cominciare a comprendere il vero significato del servizio (Hoshi) e dell’amore incondizionato (Aigyo)".

M ° Masahiro Oki

Kansha
È la condizione in cui si esprime gratitudine in modo incondizionato, in cui si accetta ogni cosa e tutto ciò; che accade, che sia piacevole oppure no, come un insegnamento. Ringraziare solo quando si verifica qualcosa per noi piacevole vuol dire condizionare il senso del proprio ringraziamento. In realtà, siamo debitori verso ogni cosa: i nostri genitori, i nostri antenati, la luce del sole, le altre creature, l’ambiente, il cibo... non possiamo vivere senza il sostegno di tutto ciò che ci circonda, senza la presenza degli altri. Grazie a questa consapevolezza dobbiamo impegnarci a manifestare la nostra gratitudine attraverso le nostre azioni, accettando e trasformando ciò che è solo apparentemente negativo. Kansha è la trasformazione dinamica e propositiva del precetto dello Yoga tradizionale ‘non rubare’. Se si coltiva lo spirito del ringraziamento si accetterà positivamente ogni cosa e non si svilupperà il desiderio di avere ciò che non è naturale che si abbia.

Zange
È l’autoriflessione profonda, che permette di essere coscienti dei propri limiti e responsabili delle proprie mancanze. Lo Yama dello Yoga invita a essere onesti e sinceri, a non seguire il falso; l’Oki do invita a una autoriflessione sul fatto che la nostra vita non è separata da quella degli altri e che abbiamo bisogno di riparare alle nostre mancanze con l’impegno della pratica. È solo attraverso la realizzazione di questo proposito che il senso di colpa può dissolversi, trasformandosi in un’azione per offrire il meglio di se stessi agli altri.

Geza
È l’umiltà che nasce dalla consapevolezza che è possibile valorizzare la propria vita solo attraverso il riconoscimento e il rispetto profondo del valore altrui. ‘Non essere egoista’ è il suggerimento morale dello Yoga: ma l'egoismo nasce dall'arroganza di credersi migliori di altri, è il carattere base della vita animale. Geza guida alla vittoria sul proprio orgoglio, rinunciando consapevolmente a cercare il posto migliore per se stessi e accettando di dare valore a ciò che è diverso da sé.

Hoshi
Tutto ciò che abbiamo lo abbiamo ricevuto in dono dalla vita. Lo Yoga invita a non sviluppare attaccamento al possesso, ma secondo l’Oki do occorre dinamizzare questa rinuncia con una pratica di servizio incondizionato verso gli altri. Grazie alla pratica del servizio possiamo esprimere il massimo delle nostre capacità, sviluppare e offrire il nostro talento a ogni essere vivente. Niente ci appartiene, e perfino il nostro corpo lo abbiamo ‘in prestito’ dalla natura perché possiamo rispettarlo e servirlo senza egoismo. Solo attraverso il servizio devoto e senza condizioni possiamo sviluppare la nostra vera essenza verso i livelli più alti della natura umana.

Aigyò
L’essere umano non può comprendere il vero significato e il valore reale delle cose finché non sarà in grado di sentire e pensare in modo ampio e profondo. Il precetto morale fondamentale che ritroviamo nello Yama dello Yoga tradizionale è quello di Ahimsa, la non-violenza. L’Oki do suggerisce di svilupparlo attraverso un impegno pratico e dinamico che faccia nascere in noi una voglia di fare e di evolvere. Attraverso la pratica di Meiso l’uomo raggiunge la consapevolezza di essere in vita grazie alla presenza di tutti gli altri esseri viventi; potrà finalmente nascere in lui il vero senso della responsabilità, un atteggiamento di gratitudine, di autoriflessione profonda, di umiltà e di servizio devoto. È solo in questo modo che potrà vivere una vita di amore.

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