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Maestro Yuji Yahiro

All’età di 15 anni, a piedi e con pochi soldi, attraversa il Giappone in una solitaria ‘marcia della pace’, lasciando la sua famiglia e promettendo a se stesso di non tornare prima di aver avuto successo nella sua ricerca. Lascia il Giappone e viaggia per lungo tempo, incontrando tanti uomini e tanti insegnanti, praticando terapia e sperimentando le più diverse esperienze di vita, prima in Australia, poi in alcuni paesi dell’Asia. In Thailandia apre un’attività commerciale che gli fa conoscere il successo sociale; ma la ricerca del senso profondo della sua vita lo porta a decidere di abbandonarla, nel bel mezzo della sua affermazione.

Nel 1973 arriva in Italia e nel febbraio del 1974 inizia a praticare e a diffondere lo studio dello shiatsu nel Centro ‘Bu sen’ di Milano. La storia dello shiatsu in Italia, e la sua diffusione, iniziano soprattutto da quel momento. Fra gli studenti di quei primi anni ci sono gran parte degli studiosi e degli insegnanti che hanno contribuito a far conoscere lo shiatsu e che tuttora ne promuovono lo studio in Italia.
La sua ricerca, benché concentrata, in quegli anni, nel campo della medicina naturale e nell’approfondimento filosofico e pratico di arti mediche come lo shiatsu, l’agopuntura, la moxa, l’alimentazione, si rivolge verso l’aspetto spirituale. È del gennaio 1974 l’incontro con il Maestro Taisen Deshimaru, uno dei più grandi interpreti moderni dello Zen. Manterrà con lui uno stretto contatto di studio e gli sarà vicino nel momento della sua morte avvenuta nel 1982. Intrattiene per molti anni una fitta corrispondenza di studio di filosofia e di arte medica con il maestro Shizuto Masunaga, uno dei padri dello shiatsu, che ha contribuito in maniera sostanziale a dare a questa disciplina una sua dignità scientifica e terapeutica e che è ideatore di un metodo di diagnosi ispirato ai principi della medicina tradizionale orientale. Durante gli anni di permanenza a Milano dedica tutto se stesso alla pratica terapeutica, portando la sua ricerca al limite della sopravvivenza fisica. Numerosissimi sono i pazienti che attendono di ricevere una terapia da lui. Nello stesso periodo frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Di fronte al successo sociale, stavolta ottenuto grazie alla sua arte terapeutica, lascia di nuovo tutto. Decide di andare via da Milano e si stabilisce in una casa di campagna, a Colbordolo (Pesaro), dove fonda l’associazione ‘Reishi Kai’ che estende la sua ricerca in numerosi campi: dalla scienza agli studi di filosofia e di religione. Organizza incontri, seminari, campi di studio e di pratica su temi diversi. Pubblica in proprio ‘La zanzara di campagna’, un periodico di cultura, filosofia e medicina orientale, che riporta le esperienze sui temi di studio che animano la vita dell’Associazione e alcuni spunti di riflessione sulla vita. Nei primi anni ‘80 inizia un tour per l’Europa che lo porterà a fermarsi per due anni in Spagna, dove fonda un Centro di studio a Barcellona. In quel periodo viene invitato a insegnare lo shiatsu, l’agopuntura e la moxa ai medici e ai terapisti dell’Accademia TAO di Madrid, presso la cattedra che era stata di Nguyen Van Nghi. Nel 1982 uscirà il suo primo libro (Keiraku shiatsu, edizioni r.e.d.) a cui faranno seguito numerose ristampe e l’edizione in lingua spagnola. Nel luglio 1981, in Svizzera, ad una conferenza internazionale sulla medicina, la filosofia e la pace mondiale, incontra il maestro Masahiro Oki. È l’incontro che sognava da sempre e quello che segnerà la sua vita. Toccato profondamente dalla sua figura e dal suo insegnamento, decide di divenirne allievo e discepolo. Da quel momento tutto il suo impegno di ricerca si concentra verso lo studio della filosofia pratica, ispirato alla vita del maestro Oki: diventa quindi per molti, soprattutto in Italia, la guida alla comprensione del suo insegnamento, che si dimostra sempre più grande e profondo. Nel 1984 guida un folto gruppo di studenti italiani in Giappone, nel dojo del Maestro Oki, a Mishima. L’occasione è il primo Life Encounter, un’esperienza di studio di tre mesi, cui partecipano più di 150 persone da tutto il mondo, e di cui diviene responsabile. Dopo la scomparsa del maestro Oki, avvenuta nel luglio 1985, a Pesaro, proprio l’ultimo giorno del campo estivo di studio organizzato nel dojo di Colbordolo, si rafforza il suo impegno nel promuovere lo studio dell’Oki do in Italia e all’estero, dove viene spesso invitato per offrire la sua esperienza di ricercatore e di studioso. Si reca in molti paesi dell’Europa, in India e in Giappone, intensificando e promovendo incontri di scambio culturale, seminari e confronti con ricercatori, filosofi, religiosi di diverse culture e nazionalità, con il comune impegno verso la costruzione di un mondo di pace. Nel 1988 fonda l’Accademia ‘Ten Jin Chi’ (Cielo Uomo Terra), ispirata ad uno studio globale e rivolta a studiosi di ogni settore, e successivamente, l’Istituto di Ricerca globale Oki do, luogo di incontri di approfondimento, dove il percorso per la conoscenza dei principi della natura viene applicato e verificato nelle diverse dimensioni di vita dell’essere umano: la dimensione del corpo, del Cuore e dello spirito, della vita quotidiana e dell’ambiente.

Yuji Yahiro nasce nel 1951 a Fukuoka, in Giappone. Nella sua famiglia si respira l’aria della tradizione culturale giapponese: il padre discende da un’antica famiglia di samurai, la madre è nipote di un famoso monaco zen. Già dall’infanzia manifesta uno spirito d’indipendenza che lo porta dapprima a contestare l’insegnamento convenzionale e conformista che la scuola elementare vuole impartirgli e poi a rifiutarlo, andando a ricercare, nel confronto diretto delle cose della vita e nella sua capacità di esprimere un pensiero originale, la propria direzione.

Lo studio della filosofia e la pratica delle arti tradizionali lo portano sempre più vicino all’essenza vera della cultura giapponese, quella stessa che valorizzerà nel corso della sua vita e della sua ricerca. Presso il monastero shinto che frequenta, riceve, ancora bambino, l’insegnamento delle pratiche terapeutiche tradizionali e l’impulso ad approfondire la loro essenza spirituale. Resta particolarmente colpito dalla frase del monaco che lo ha introdotto allo studio dello shiatsu: “lo shiatsu è Cuore”. All’età di 13 anni già pratica terapia, utilizzando sia lo shiatsu che la pranoterapia, verificandone l’efficacia in particolare sui disturbi che la medicina ufficiale non riesce a risolvere.

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